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Superarchivi. Un percorso fra le storie d’archivio che superano le barriere

archivissima 2019

La mostra, inserita nel ricco programma di iniziativa di Archivissima, il Festival degli Archivi,  è un percorso fra le storie d’archivio che superano le barriere. I visitatori si troveranno di fronte a un gruppo multiforme di archivi che, in modi diversi e attraverso varie tipologie di documenti, raccontano storie caratterizzate da una specifica declinazione dell’idea di superare le barriere nelle arti, nella scienza, nella politica.

Il percorso comincia da tre oggetti, provenienti da collezioni torinesi, che simboleggiano i tre momenti del Novecento emblematici per il superamento delle barriere, fil rouge di questa edizione di Archivissima: la caduta del muro di Berlino (9 novembre 1989), del quale saranno presenti alcuni frammenti donati all’Università di Torino, l’allunaggio (20 luglio 1969), immaginato dalle figurine didattiche per le serie Lavazza disegnate da Enrico Sacchi, delle quali viene presentata una delle tavole inedite (le altre cinque sono esposte nella mostra “l’Enciclopedia è un gioco!” allestita al Museo Lavazza fino a giugno 2019), la pubblicazione del Manifesto Futurista di Marinetti (9 febbraio 1909), i cui echi risuonano nel collage Allegoria Fiat di Felice Casorati; al futurismo si ricollega anche il contributo di SIAE, che nei suoi archivi conserva un fondo dedicato a Ettore Petrolini, del quale si ripercorrono i legami con il movimento e i suoi protagonisti, attraverso scritti, immagini d’epoca e brani originali.

Per Superarchivi, i muri stessi diventano veicolo di superamento delle barriere, come emerge dalla sezione realizzata da un gruppo laboratoriale dello IED di Torino a partire dalle foto e dai documenti di alcuni archivi del Polo del ‘900 che riportano le scritte di sfogo e protesta. La mostra prosegue poi con una narrazione immersiva per immagini e voci che parte dall’Italia dello Statuto Albertino per arrivare alla rivendicazione di una nuova immagine della donna nelle riviste “di genere” degli anni Settanta e nei bozzetti dei disegnatori di Krizia (tra i quali un giovane Karl Lagerfeld); si racconta di un’arte che supera l’opera nelle innovazioni dei balletti di Sergej Djagilev e negli spartiti che si fanno immagine di Puccini, Bussotti e Sciarrino; dell’Universo che diventa senza confini ed entra nell’immaginario collettivo attraverso le prime mostre sulle innovazioni spaziali e l’estetica “space age“ degli oggetti più quotidiani; si viaggia con gli immigrati italiani dei primi decenni del Novecento fino in America, dove, negli anni Sessanta, con l’esperienza dell’Anacostia Museum di Washington, il museo superò i suoi confini diventando “orecchio in ascolto” della comunità.

A cura dell’Associazione Archivissima, in collaborazione con Polo del ‘900 e IED – Istituto Europeo di Design, con il contributo di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori.

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